Dai documenti conservati nell’Archivio dell’Ordine. I primi provvedimenti presi nel settore martinista risultano essere una matricola provvisoria dei brevetti da distribuire a coloro che, durante il periodo clandestino, avevano partecipato a lavori e un piedilista, altrettanto provvisorio, dei tre gruppi “Il Veneziano”, “Adolfo Banti” e “La Stella Fiammeggiante”, dai quali risultavano attive 35 persone. Mancano i dati del gruppo “Poseidonia” i cui componenti, in parte stranieri, erano quasi tutti rientrati nei loro paesi e gli italiani erano espatriati o in servizio militare da una parte e dall’altra della cosiddetta linea gotica.
Dal maggio all’agosto 1945 gli sforzi del Gran Magistero regionale veneto si rivolsero principalmente, pur attivando la riorganizzazione locale anche sul piano burocratico (come risulta dal registro verbali del gruppo “Il Veneziano” e dai decreti amministrativi promulgati), al ristabilimento dei contatti fra le varie regioni. Tre fratelli pellegrini furono incaricati della ricerca, sulle varie Colline, dei martinisti che avevano avuto incarichi prima del periodo clandestino e di quelli che, in esso, avevano mantenuto relazioni saltuarie fino all’invasione anglo-americana del Sud e di quella tedesca al Nord. Contatti furono presi anche con le organizzazioni iniziatiche che avevano ripreso i lavori con la fine delle operazioni belliche e così, per merito della Maestranza veneta furono raccolte le fila disperse, e riattivati i rapporti pur nel clima esotico creatosi alla fine della guerra: mancavano i collegamenti; la posta funzionava come poteva, i treni camminavano a tratte sulle linee semidistrutte; la gran parte di coloro che avevano avuto incarichi direttivi venti anni prima o erano passati nel numero dei più o avevano raggiunto un’età che li sconsigliava di riprendere qualche iniziativa in momenti che non apparivano ancora chiari. Un’eco di questa situazione si ha in una lettera di un fratello che anteguerra aveva ricoperto importanti cariche ed era sempre stato in prima linea: “Caro Allegri (Flamelicus) – scriveva il 12 agosto 1945 il fratello Som… da Padova – ricevetti con gran piacere i tuoi saluti per mezzo dell’amico ing. Mattei. Io sto assai bene di salute, sebbene ne abbia passate di ogni colore. Mattei ti racconterà qualche cosa. Appena sarò un po’ libero dai miei molti impegni mi spingerò fino a Venezia per salutare te ed i tuoi amici. Naturalmente questi anni non sono passati invano ed hanno lasciato segni profondi nel mio spirito, che ha ora un orientamento assai diverso (non posso dire opposto, perché c’è qualcosa in noi che non può cambiare). Ma di tutto ciò avremo tempo di parlare…” (1).
Si deve principalmente alla immediata ed effettiva ripresa dei lavori dei gruppi veneziani e dal passaggio dalla clandestinità alla luce del sole del Tempio Mistico dei Principi Patriarchi del Veneto e della Lombardia del Rito di Memphis, nonché al risveglio di quello di Misraïm e alla loro unione (da parte del Supremo Gran Conservatore di quest’ultimo e Maestro della Luce del primo M. E. Allegri (Flamelicus)) nell’antico e primitivo rito di Misraïm e Memphis (2) se fu possibile raggiungere, nel giro di tre mesi, un’organizzazione operante non soltanto sul piano regionale, ma che aveva ripreso i contatti con tutti i principali centri iniziatici italiani e che si apprestava a ristabilire il supremo Corpo dell’Ordine.
Infatti, nella ricerca di una persona alla quale proporre la candidatura alla carica di Gran Maestro dell’Ordine, rimasta vacante con la morte dell’avvocato Sacchi (Sinesio Sup.Inc.) avvenuta alcuni anni prima, il Gran Consiglio regionale dei SS.II. del Veneto ritenne di sentire se il fratello Dunstano Cancellieri, la cui personalità iniziatica era universalmente nota e che nel 1910 aveva ottenuto da Papus (G.Encausse) l’incarico di fondare un gruppo martinista (3) era disposto ad accettarla.
In relazione a tale sondaggio Artephius (O.U. Zasio) partì per Roma con le più ampie commendatizie di Allegri (Flamelicus) (4) e lì visitò il Cancellieri e, assieme, tracciarono un piano per la realizzazione del progetto, come risulta da una lettera di Artephius (O.U. Zasio), del 10 ottobre 1945, allo stesso Cancellieri (5): “Anche a nome dei fratelli martinisti che mi accompagnarono a Roma – scriveva Artephius (O.U. Zasio) – ti ringrazio per l’affettuosa accoglienza e la simpatia dimostratami. Il nostro viaggio attraverso l’Italia (6) intrapreso allo scopo di ricollegare le fila iniziatiche, ha avuto nel contatto preso con te uno dei risultati più ambiti”. Continuava poi affermando che non era il caso di attendere, come era stato proposto dal Cancellieri, la data del 1947 per un Convento Nazionale dei SS.II. e che, a suo parere, era assolutamente necessario “addivenire al più presto alla ricostituzione del Supremo Consiglio dell’Ordine ed alla investitura del Gran Maestro. A questo proposito – continuava Artephius (O.U. Zasio) – ho l’onore di significarti che sarebbe nostro vivissimo desiderio affidare alla tua cara persona il governo dell’Ordine, o, subordinatamente, a persona da Te designata” (7).
Quanto venne a verificarsi, quasi come una meteora, nelle settimane successive, contro Allegri (Flamelicus) e Artephius (O.U. Zasio) nel seno della Loggia massonica “Stella d’Italia” (Massoneria universale di rito scozzese antico accettato) dipendente dal Supremo Consiglio della Massoneria cosiddetta Unificata (8) e l’insistenza del Cancellieri che voleva attendere per riorganizzare il Martinismo che, prima, si riorganizzasse la Massoneria di cui la “Unificata” era stata alla sua obbedienza quale Sovrano Gran Commendatore fino al 6 giugno 1945 e si attendevano le nuove elezioni, decisero il Gran Consiglio Regionale Veneto, unico funzionante in Italia e organizzare il Convento dei SS.II.
Il 20 novembre 1945 il Sovrano Gran Santuario Adriatico fu incaricato di organizzare il raduno per il 27 dicembre dello stesso anno e fu ordinato ad Artephius (O.U. Zasio) di presiedere il Consiglio dei Filateti che avrebbe curato la parte esecutiva dell’organizzazione del Convento “nel quale ci auguriamo – diceva il decreto (9) – di vedere soprattutto i potentissimi fratelli De Conca, Cancellieri, Di Fabio, Ascalase, Pagani, Reghini, Gamberoni. Al raduno seguirà il Convento dei Filateti e degli Eletti Cohanim a Colui che ha le precedenze richieste invocherà il divino aiuto che tanto auspichiamo”.
Dal verbale della riunione suddetta, di cui nell’archivio esiste la minuta di pugno di Artephius (O.U. Zasio) (10) risulta che in tale data “si è riunito il Supremo Gran Consiglio, presenti nove potentissimi fratelli della Vera e Aurea R+ e i regolari rappresentanti dei principali riti esistenti in Italia” che ha proceduto alla nomina di M.E. Allegri (Flamelicus) alla carica di Gran Maestro generale stabilendo che “l’attività del Nostro Ordine in questo momento sia soprattutto ispirata ai principi di tolleranza verso tutte le fedi, unità nell’azione fraterna al di fuori delle passioni politiche, prosperità nella fraterna concordia e nella mutua assistenza”.
Le decisioni del 27 dicembre 1945 furono pubblicate quale comunicazione numero 1 dell’Ordine Martinista, Supremo Gran Consiglio Universale, con la data del 12 gennaio 1946 e la firma del Gran Ministro di Stato Dino Hobbes Cecchini Sup. Incognito e ripubblicata nel successivo foglio di comunicazioni numero 2 del marzo 1946 (11) con la seguente disposizione: “Tra le principali logge amministrative nazionali, che avranno il compito di curare gli interessi materiali dell’Ordine, alle quali potranno rivolgersi tanto i superstiti fratelli anziani come quelli di recente affiliazione, per ottenere la regolarizzazione della loro posizione, brevetti, rituali, materiale di studio, quaderni, pubblicazioni etc. Le Grandi logge cureranno anche un censimento dei fratelli delle loro giurisdizioni”.
Al Supremo Consiglio dell’Ordine facevano capo alla metà del 1946 i seguenti Consigli regionali: Lombardia, presidente Lychnus S.I. (Mario De Conca); Trentino-Alto Adige, presidente Saulle S.I. (Giovanni Castar); Toscana, presidente Phoras S.I. (Gastone Bolpin); Campania, presidente Camar S.I. (Valentino Di Fabio); Puglia: Libero S.I. (Liborio Granone); Sicilia, delegato speciale Filalete Iatricus S.I. (Francesco Lanolina); Calabria, delegato speciale Simone S.I. (barone Giuliani). A Roma era in funzione nel 1947 anche un importante gruppo facente capo al S.I. Porfirio (Sorgi) iniziato dall’avv. Sacchi e che richiese ed ottenne dalla Gran Loggia Amministrativa Italia (fondata a Cortina d’Ampezzo il 20 dicembre 1946 in sostituzione di quella già esistente a Venezia (dichiarata inoperante dal Gran Maestro) (12) una bolla di fondazione firmata da Allegri (Flamelicus) che, attualmente, dovrebbe essere in possesso del fratello Hermete S.I. (13) unico superstite di quell’importante gruppo martinista. A Napoli un gruppo (il “Sûr” faceva capo al fratello Umberto Gorel Porciatti.
L’Ordine, in sostanza, era stato ricostituito nelle sue linee essenziali e nei suoi quadri: secondo la matricola i martinisti si avvicinavano ai trecento elementi, cifra abbastanza elevata per le aspirazioni del Gran Maestro e, a nostro avviso, esagerata e che poteva dar luogo – come poi avvenuto – a malcontenti e fronde, a causa delle beghe massoniche in atto e del fatto che si erano scelti tutti i martinisti proprio in massoneria.
1 – Archivio Ordine Martinista – Fondo: Ripresa e Magistero Allegri (Flamelicus), Gruppo C.
2 – cfr.: G. Ventura (Aldebaran): “ I Riti di Misraïm e Memphis ” Atanor, Roma.
3 – Archivio Ordine Martinista, Fondo citato e Fondo Tesoro dell’Ordine – Patente originale di Papus (G.Encausse) a D. Cancellieri.
4 – Idem – Fondo citato, gruppo C , lettera Allegri (Flamelicus) a Cancellieri.
5 – Ibidem.
6 – Artephius (O.U. Zasio) (O.U. Zasio) e i fratelli XZS/AE-26 e XZS/AD 26 avevano visitato Milano, Genova, Bologna, Ancona, Firenze, Roma e Napoli.
7 – Nella lettera si riporta anche l’impressione che il Rito scozzese della “Unificata” in accordi col “Diritto Umano” diretto dal dottor Valentino Di Fabio avrebbe favorito la riunione di tutte le famiglie iniziatiche.
8 – In un Fondo “speciale” dell’Archivio dell’Ordine esiste un fascio di 18 documenti che testimoniano come si volle, con false accuse, far fallire, con la radiazione di 5 fratelli, la progettata unione di quattro importanti famiglie iniziatiche. Vedi anche: G. Ventura (Aldebaran): opera citata, che ne accenna a pagina 141.
9 – Archivio e Fondo citati, cartella II, gruppo A, Proclamazione del Gran Maestro – Balaustra autografa del Gran Gerofante per la convocazione del Convento.
10 – ibidem – Documento nr. 2.
11 – idem, Gruppo C della Cartella II – Comunicazione numero 2, a stampa, comprendente anche i testi delle Tavole di Rubino e di Smeraldo e la notizia della prossima pubblicazione da parte dell’Ordine di “Introduzione al segreto massonico” di M.E. Allegri (Flamelicus), che comparve nelle librerie verso la metà dello stesso anno 1946.
12 – La patente, a firma di M.E. Allegri (Flamelicus), conservata nell’Archivio dell’Ordine, Fondo citato, dice: “Alla loggia martinista “Cadore”, Cortina d’Ampezzo (data 20 dicembre 1946). Il governo dell’Ordine ha determinato di accettare le vostre richieste e di affidarvi temporaneamente la responsabilità amministrativa degli Enti alla Nostra obbedienza di cui vi trasmettiamo elenco. Con la speranza che la vostra opera non manchi della solerzia e della diligenza e serietà necessarie, vi salutiamo con profondo affetto – Il Sovr. Gr. Maestro Gen. M.E. Allegri S.I.”. La patente è controfirmata dal Gr. Maestro regionale della Toscana G. Bolpin S.I.
13 – Il fr. Hermete è il Sovr. Gr. Comm. dei Cav. Massoni Eletti Cohen ( sarebbe più giusto Cohanim ) dell’Universo.
* I contenuti del presente capitolo sono stati estrapolati dal libro “Tutti gli uomini del Martinismo” Edizioni Atanor - Roma